Tutti soddisfatti a Capodistria per la soluzione del nodo dei 300 studenti del corso di fisioterapia in lingua italiana, operante nell’ambito dell’Università privata “Alma Mater”.
A causa di una modifica di legge avvenuta negli anni scorsi, i laureati infatti si erano trovati in un vicolo cieco. Poi, dopo un lungo tiremmolla politico e l’interessamento anche dei rappresentanti della CNI è intervenuto d’autorità il Parlamento di Lubiana. La Camera di Stato il 27 maggio 2020 ha finalmente modificato la legge sull’assistenza sanitaria, che ora consente ai laureati stranieri di sostenere l’esame di Stato con l’ausilio dell’interprete. Hanno votato a favore tutti i parlamentari della Camera di Stato. Come rilevato in una nota da Mirhada Šehić, direttrice del corso di laurea in Fisioterapia in lingua italiana presso Alma Mater Europaea – ECM, “è un fatto molto importante che la normativa consenta a tutti gli studenti e laureati di sostenere l’esame di Stato con l’ausilio dell’interprete, che la legge non sia limitata nel tempo e che valga per tutti gli indirizzi di studio sanitari e tutte le lingue di insegnamento nelle Università slovene”.
Con 16 voti su 16, la Commissione parlamentare per la Sanità ha approvato l’emendamento alla legge senza limitazioni temporali, e quindi alla Camera di Stato l’emendamento è stato approvato da tutti i deputati presenti, vale a dire 87 su 87. La disposizione sulla limitazione temporale dei termini è stata ritirata, così il nuovo articolo 63 bis della legge consente a tutti i laureati di sostenere l’esame di Stato con l’ausilio dell’interprete, indipendentemente dall’anno in cui si sono iscritti o si iscriveranno alle Università slovene, ha puntualizzato la direttrice del corso di laurea.
Il nuovo articolo 63.a recita: “In deroga all’articolo 63, settimo comma, primo trattino, della presente legge, i laureati che completano gli studi nella Repubblica di Slovenia in una lingua diversa dallo sloveno possono sostenere l’esame di Stato con l’ausilio di un interprete. I costi dell’interprete sono a carico del candidato stesso. Per la prova di competenza linguistica di quei laureati di cui al precedente paragrafo che intendano svolgere l’attività nella Repubblica di Slovenia, si applicano le disposizioni della legge che disciplina la procedura per il riconoscimento delle qualifiche professionali per l’esercizio di professioni regolamentate”.
L’impasse, lo ricordiamo, era nata nel 2017 a causa di una modifica di legge che aveva di fatto cassato la possibilità di fare l’esame di Stato in italiano con l’ausilio del traduttore e aveva introdotto l’obbligo della conoscenza dello sloveno al livello B2 per accedere all’esame professionale. Un ostacolo praticamente insormontabile per gli studenti italiani che avevano seguito il corso per l’ottenimento del diploma a Capodistria tutto in lingua italiana. Essi si erano trovati così in un limbo, non potendo ottenere la qualifica professionale in Slovenia necessaria per poter esercitare poi la professione anche in Italia. Sono stati costretti pertanto a portare il problema all’attenzione del mondo politico. La questione si è trascinata per un paio d’anni, fino alla modifica legislativa che ha permesso di risolvere l’annosa questione in maniera soddisfacente. Questa modifica di legge è di buon auspicio per il futuro, in quanto lancia un segnale positivo nello spirito europeo. Infatti è stata l’Unione europea a consigliare gli Stati d’aprirsi, di rendere possibili gli studi nelle lingue straniere, di dare vita a scambi, e quindi anche di concedere in questo contesto la possibilità agli studenti stranieri di ottenere le qualifiche professionali. Per tale motivo il provvedimento attuale dimostra che anche la Slovenia vuole muoversi in questa direzione.